Gli ultimi giorni di Teresa Teng

La fragilità e la normalità di una star della musica asiatica

L’8 maggio 1995 l’Asia intera fu scossa dalla scomparsa improvvisa e prematura, a soli 42 anni, della cantante cinese-taiwanese Teresa Teng, conosciuta nelle aree di lingua cinese con il suo vero nome, Dèng Lìjūn (邓丽君). Nata nel 1953 a Taiwan, Teresa Teng divenne un’icona della musica pop grazie alla sua voce delicata e al tono emotivo con cui interpretava i temi universali delle sue canzoni, tra i principali l’amore e la nostalgia. Il suo stile musicale, un pop melodico declinato in senso asiatico, era caratterizzato da una fusione tra musica tradizionale cinese e arrangiamenti occidentali. Tra le principali hit si ricordano 《月亮代表我的心》 The Moon Represents My Heart, inno romantico simbolo del suo repertorio, 《我只在乎你》 I Only Care About You, una ballata malinconica a tema amoroso, e 《甜蜜蜜》 Sweet as Honey, un motivo allegro divenuto la colonna sonora di un’epoca.

Il repertorio di Teresa Teng era soprattutto in cinese mandarino, ma cantava anche in cantonese, giapponese e in altre lingue, guadagnando un seguito enorme in Asia orientale e sudorientale tra gli anni ’70 e ’90. La sua musica, pur essendo ufficialmente bandita in Cina per un certo periodo per la questione taiwanese, riuscì a superare le barriere culturali e politiche: in realtà tutti i cinesi ascoltavano Teresa Teng, anche nella Repubblica Popolare Cinese e nonostante la momentanea censura che infine fu abolita. Le autorità si rassegnarono al fatto che i cinesi volevano ascoltare Teresa Teng.

La sua prematura scomparsa contribuì a consolidare il mito di una figura paragonabile in Asia a icone come Marilyn Monroe in Occidente, capace di influenzare un’intera generazione e di travalicare il mero ambito musicale.

Nel maggio 2024 il South China Morning Post ha pubblicato un articolo di David Frazier basato su un’intervista a Praphan “Billy” Boonsuk, il maggiordomo tailandese dell’Imperial Mae Ping Hotel di Chiang Mai, dove Teresa Teng trascorse gli ultimi anni della sua vita. Praphan, che instaurò con lei un  legame di amicizia che andava oltre la sfera professionale, ha offerto testimonianze che rivelano aspetti intimi della personalità della cantante e dei suoi ultimi momenti. Questo articolo è una sintesi di quell’intervista, volta a rendere disponibile ai lettori di lingua italiana la testimonianza di Praphan sugli ultimi giorni della cantante.

Praphan Boonsuk ricordava Teresa non come la superstar mitizzata dal folklore popolare, ma come una donna autentica che, nonostante il successo e la fama, cercava semplicemente una vita normale, lontana dai riflettori. Ogni mattina Praphan le serviva la colazione, un’abitudine quotidiana che favoriva scambi spontanei e genuini. Durante questi momenti, Teresa si divertiva a insegnargli frasi in giapponese e in inglese, mentre lui ricambiava trasmettendole alcune espressioni in tailandese, rafforzando così un legame di familiarità. Secondo Praphan, la cantante desiderava sottrarsi alla pressione della celebrità e trovare a Chiang Mai – con il suo ritmo tranquillo e la sua bellezza naturale – un rifugio in cui abbandonare la vita di palcoscenico e godere delle piccole gioie quotidiane, come passeggiare per il mercato serale o cenare fuori.

Nei mesi precedenti alla sua scomparsa la salute di Teresa era già motivo di preoccupazione. A partire da dicembre 1994 fu ricoverata per una notte in un ospedale di Chiang Mai a causa di vertigini; pochi mesi dopo la cantante iniziò a manifestare anche problemi respiratori, probabilmente dovuti a un’influenza o, forse, persino a una polmonite.

Il fatale giorno iniziò come uno qualsiasi. Dopo la consueta colazione servita da Praphan, nel pomeriggio Paul Quilery, il compagno francese di Teresa Teng, si recò fuori per commissioni. Intorno alle 16.15, Teresa lasciò la stanza in evidente stato di disagio: bagnata, probabilmente appena uscita dalla doccia, pronunciò parole incomprensibili prima di collassare sul pavimento. La gravità della situazione non fu compresa immediatamente e il traffico congestionato di Chiang Mai rallentò il trasporto verso il Chiangmai Ram Hospital, forse segnando il destino di Teresa Teng. Durante il tragitto le condizioni della cantante si deteriorarono ulteriormente e, al suo arrivo, era ormai chiaro che fossero disperate: Teresa aveva le pupille dilatate e non rispondeva più. Nonostante 45 minuti di tentativi di rianimazione, fu dichiarata morta alle 17.30. La causa della morte venne ascritta a un attacco d’asma, sebbene si sospettasse anche un possibile infarto dovuto all’uso eccessivo dell’inalatore o degli spray per la gola.

La notizia si diffuse rapidamente, lasciando l’opinione pubblica sgomenta. La mitizzazione cui Teresa era stata sottoposta – sperimentata anche in vita – era alimentata dal suo modo di fare gentile e dal suo aspetto molto grazioso. Secondo alcuni, la stessa Teresa era un po’ indispettita di essere sempre così idealizzata, soprattutto nelle relazioni, e rivendicava il suo desiderio di vivere da donna e da persona “normale”.

La sua morte prematura creò una sorta di leggenda pop moderna (con tanto di teorie di complotti e ipotesi di reincarnazione).  Ancora oggi, la musica di Teresa Teng è nota in molti paesi asiatici ed è ascoltata anche dalle nuove generazioni. Ma oltre il mito, le testimonianze raccolte da chi la conobbe negli ultimi anni rivelavano una donna vulnerabile, in cerca della propria autenticità, ormai stanca della fama, anche se grata ai fan che la sostenevano. Desiderosa, però, di vivere lontana dall’ostentazione dei riflettori e in armonia con la semplicità della vita quotidiana.

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