Di cosa parlo?

Di “Letterature e culture del mondo.” Ogni settimana (o quasi) propongo una riflessione su un libro, un’autrice, un autore, o un insieme di temi ispirati alla lettura di un’opera letteraria. Sia essa un classico o il caso letterario (e forse effimero) del momento.

Nella nostra contemporaneità la comprensione dei fenomeni culturali passa attraverso una visione globale. Base di partenza sono certamente le singole letterature nazionali, con le loro irrinunciabili peculiarità soprattutto linguistiche, ma ormai si è affermato sempre più un sistema di “Letteratura mondiale”, un bellissimo concetto che coniuga “il particolare” con “l’universale”.

In particolare mi interessa l‘ottica comparativa tra letterature / culture occidentali e letterature / culture dell’Asia Orientale (Giappone, Cina, Corea) e del Sud-est Asiatico. Con qualche occasionale digressione su temi come la linguistica, la sociologia, le arti, gli studi sociali in genere.

“Asian girls”. Romanzo

Un viaggio tra Giappone, Cina e Corea alla ricerca di se stessi

Asian girls - COPERTINA fronte (più leggera)Le crisi esistenziali rientrano nei cliché dell’esistenza (e della narrativa). Ed è proprio questo ad indispettire il frivolo e disilluso Bimko, professore di liceo alle prese con una vita di ordinaria mediocrità: un amore ormai consumato, la perdita di fiducia in ogni suo antico ideale, l’insoddisfazione per una quotidianità grigia e banale. Cultore di letteratura cinese e giapponese, è affetto da un’insana ossessione erotico-estetica per le donne dell’Asia orientale, un tipo di bellezza alla quale assegna addirittura significati allegorici e spirituali. Decide così di lasciarsi tutto alle spalle, di scivolare in un vitalismo entusiasta e di partire per l’Asia Orientale. Il romanzo è la storia di questo grottesco viaggio, tra Cina, Corea e Giappone, lungo il quale Bimko è vittima di avventure esilaranti e inverosimili nel tentativo improbabile di radunare ragazze disposte a vivere con lui in un convivio di amore collettivo. Continua a leggere ““Asian girls”. Romanzo”

Vampiri e folklore

La vera storia di una credenza popolare

Prima di DraculaForse una prima elementare classificazione che ci viene naturale è quella tra vero e falso, e, per riflesso, tra reale o irreale. Non è difficile capire come dietro a questa semplice dicotomia stiano importanti presupposizioni filosofiche che guidano molte delle nostre scelte nella vita di tutti i giorni. È vero, però, che separando così nettamente i due mondi, del vero e del falso, del reale e dell’irreale (che estenderemo all’immaginato) rischiamo di trovarci problemi più impegnativi di quelli che pensiamo di aver risolto. Un esempio tradizionale: è vero un unicorno? No, certo. E allora di cosa parliamo, quando parliamo di un unicorno? Pure essendo di fantasia, è un animale di cui non solo possiamo parlare, ma che possiamo rappresentare, di cui possiamo narrare le vicende. Quindi, in qualche modo, parliamo di qualcosa che “esiste”. Continua a leggere “Vampiri e folklore”

Visioni apocalittiche a Shibuya

“Mosaico” di Taguchi Randy

Mosaico di Taguchi Randy in giapponeseVerso la fine degli anni Novanta del secolo scorso, la tecnologia stava portando a grandi cambiamenti nelle abitudini quotidiane. Nel quinquennio precedente la fine del secolo, la rete internet si era orma diffusa a livello planetario. Altro importante fattore di cambiamento fu l’irruzione nelle nostre vite del telefono cellulare. È in quel torno di anni che, con una crescita esponenziale, il “telefonino” diventerà un accessorio fondamentale della nostra quotidianità. Nel romanzo Mosaico di Taguchi Randy ( 田口 ランディ), la scrittrice giapponese, pioniera dell’uso della rete in letteratura, si appoggia proprio a questo clima da “Blade Runner” che in quegli anni tutti percepivamo con un misto tra entusiasmo e timori. Internet e il telefonino erano oggetti quasi magici, ci permettevano di fare cose prima impensabili. E ancora non avevamo visto l’epoca dei social media e degli smartphone. Lo sfondo narrativo di Mosaico è questo, ed è fondamentale nell’economia del racconto. Sono i cambiamenti sociali derivati dall’introduzione di queste tecnologie a rendere gli individui soli e isolati. Ed è su quel sostrato che si sviluppa la storia. Continua a leggere “Visioni apocalittiche a Shibuya”

Draghi, grattacieli e fiori di ciliegio

Passeggiate sentimentali tra Giappone, Cina e Corea: letteratura e cultura pop

D. Donadio - Draghi, grattacieli...L’Asia orientale, tra Giappone, Cina e Corea, è lo spazio immaginativo in cui l’autore è costantemente immerso da anni. Un rapporto più passionale che da studioso. Questo libro è formato da un insieme di scritti eterogenei, nati in occasioni differenti, ma che hanno per filo conduttore le culture dell’Asia orientale, in particolare la letteratura e la cosiddetta cultura pop.
Libro agile e breve, è diviso in tre sezioni: 1. Asia Pop, 2. Streghe d’Oriente e 3. Inquietudini. Un occhio particolare è dedicato alle figure femminili – autrici e personaggi – nella letteratura giapponese, cinese e coreana, e alle figure di personaggi “maledetti”, alienati, figure cosiddette “contro-egemoniche”. Continua a leggere “Draghi, grattacieli e fiori di ciliegio”

Against false feminism

Because if feminism becomes “moralism” it is no longer feminism, and because we  – true feminists – celebrate the powerful and beautiful metaphors of “witch” and “whore”.

yuki onna 2For some years now, I had promised myself that I would no longer express my opinion on social and political current affairs. I had made this decision for two reasons. The first, is that the crazed society reflected in social media is so full of opinion-makers, professional and casual, that people can certainly do without my testimony. In the background noise, every opinion becomes just more noise. The second reason is that devoting time to less ephemeral topics than current affairs made me feel less superficial and gave me the illusion that I was contributing more to my personal growth and – said ironically – to that of humanity. Why then make an exception now? Because this time the themes of current affairs coincide with those of a path of mine: the study of feminism. This theme interests me both from a strictly philosophical and political point of view, but also and above all in terms of how it is declined in literature and in general in anthropologically relevant facts of culture. Women writers and female characters who represent the fate of women in a world of men is one of the centres of my interests in recent years, although I am mainly interested in it declined in specific linguistic and geographical contexts (those of East Asia). Continua a leggere “Against false feminism”

Contro il falso femminismo

Perché se il femminismo diventa moralismo non è più femminismo, e perché noi veri femministi  esaltiamo le potenti e bellissime metafore di “strega” e “puttana”

yuki onnaDa qualche anno mi ero ripromesso di non esprimere più la mia opinione sull’attualità sociale e politica. Avevo preso questa decisione per due motivi. Il primo, è che la società impazzita che si rispecchia nei social media è talmente ricolma di opinionisti, di professione e occasionali, che si può sicuramente fare a meno della mia testimonianza. Nel rumore di fondo, ogni opinione diventa solo altro rumore. Il secondo motivo è che dedicare il tempo a tematiche meno effimere rispetto all’attualità, mi faceva sentire meno superficiale e mi dava l’illusione di contribuire in misura maggiore alla mia crescita personale e – detto con ironia – a quella dell’umanità. Perché allora fare un’eccezione, adesso? Perché questa volta le tematiche dell’attualità coincidono con quelle di un mio percorso: lo studio del femminismo. Questo tema mi interessa sia da un punto di vista strettamente filosofico e politico, ma anche e soprattutto per come viene declinato nella letteratura e in genere nei fatti di cultura antropologicamente rilevanti. Scrittrici e personaggi femminili che rappresentano il destino delle donne in un mondo di uomini è uno dei centri dei miei interessi negli ultimi anni, anche se mi interessa soprattutto declinato in specifici contesti linguistici e geografici (quelli dell’Asia Orientale). Continua a leggere “Contro il falso femminismo”

Warriors in Ancient China

A few words on the Wǔxiá genre

Wan li xiong feng (1971)The literary and movie genre known as “swashbuckler” (in Italian we call it “cappa e spada”), never goes out of fashion. Salient features of the genre are undoubtedly the presence of heroes who act inspired by chivalric values, coming to the aid of the weak, the historical setting, mostly medieval times, and the essential element of sword fighting and generally emphasizing the warrior characteristics of the protagonist. As I have mentioned other times in these articles, this is genre literature (and cinema). Genre literature is specially created with recurring elements that characterize it and contribute to its specific language and atmosphere. Traditionally, it is considered “popular” literature in the sense that it does not have great artistic pretensions, but aims more at entertainment. Several times I have challenged this definition, since genre literature has often produced masterpieces. The same argument applies to cinema. It is good to know that the “swashbuckler” genre also has its counterpart in the Asian sphere, particularly in Chinese lands: the wǔxiá (武侠), a genre featuring martial arts warriors in stories set in traditional China. To give an example known to all, Crouching Tiger, Hidden Dragon of 2000 directed by Ang Lee can be considered of the wǔxiá genre. Incidentally, it seems that the genre, which was born in the 20th century, is actually firmly rooted in and harkens back to precedents in classical Chinese literature. Continua a leggere “Warriors in Ancient China”

“Kawaii!”

Sociology of “kawaii”: from Japan to the world

Hello KittyThe meaning of the word and the characters of “kawaii.” The “Japan mania” of recent years, conveyed mainly by pop culture products such as anime and manga, has made certain terms such as the one we discuss here familiar: “kawaii.” I will devote a few lines to somewhat scholastic but necessary definitions to understand what we are talking about, and then move on to a freer approach in investigating this phenomenon. This approach would like to be inspired by contamination between disciplines and, above all, characterized by a freedom to follow all cues for interpretation without fear of saying something unscholarly. The word “kawaii” is translatable as Italian for “cute,” but there is a nuance in the original Japanese word that is somehow lost in its rendering in a different language. Indeed, a word is also anchored in the social context in which it was born, and the loss of these ties, which also has semantic implications, brings a certain degree of emptying. We will try to identify the characteristics of “kawaii” later; here we content ourselves with defining the word in general. Thus, the adjective “kawaii” describes that which is “cute,” “adorable.” But it has a feminine undertone. In fact, a girl is “kawaii,” but a boy is not, another adjective is used (unless we want to give a particular connotation to our comment). The use of the term is also more frequently employed by female subjects. Continua a leggere ““Kawaii!””

China and Japan in the Western imaginary

In pop culture, movies and video games in the last decades of the 20th century

Bruce LeeIntroduction. The second part of the 20th century, from the post-World War II period onward, has seen a gradual expansion of international mobility. As a result of the process of economic and socio-cultural integration that since the 1990s we have begun to define more precisely as globalization, the world has become increasingly smaller. The Schengen Treaty and low-cost flights, moreover, have made Europe a unique space in terms of tourism as well. Even my generation, which experienced childhood in the 1980s, can hardly remember a Europe of borders and passports. However, despite the shrinking of the world, the fascination of distant lands remains. Mass tourism has only confirmed, according to fashions and times, the attraction for those lands that intrigue, attract, seem exotic. It should always be kept in mind, however, that the category of “exoticism” is determined by point of view, and that here we start from the European worldview. Continua a leggere “China and Japan in the Western imaginary”

Scrittori emergenti ed esordienti

Il mercato dei sogni (e delle illusioni): self publishing, corsi di scrittura creativa, book influencer, agenzie letterarie

self publishingL’era del self publishing ha creato un universo infinito e frammentato di pubblicazioni. Il panorama editoriale nel passato imposto verticalmente dai grandi editori, si è fatto così via via più democratico e libero, lasciando spazio a nuove voci. Ecco, in queste poche affermazioni sta tutta l’essenza di una rivoluzione “democratica” mancata e di un’utopia che nei fatti non si è mai realizzata. Come cercherò di spiegare più avanti in queste brevi note, l’apertura di nuove possibilità per gli autori di procedere con un “fai da te” senza filtri impostati dall’alto, ha prodotto sì varietà e margini di libertà, ma nei fatti questa varietà e libertà si sono rivelate dimensioni illusorie. Al contrario, il mondo editoriale ha percorso una via sempre più chiusa, di impostazione “aziendale”, rinunciando ad un ruolo sociale molto importante. Ma procediamo con calma. Continua a leggere “Scrittori emergenti ed esordienti”

L’asfissia de “Gli indifferenti”

Note sul romanzo di Alberto Moravia

MoraviaLa mia copia de Gli indifferenti di Moravia emana un forte odore di carta vecchia. Compirà, a breve, cinquant’anni (la mia copia, non il romanzo). La vecchia edizione presenta una copertina di finta pelle rossa, un tascabile Fabbri Editori piuttosto brutto (anche se qui allego un’edizione diversa). Ma il testo è quello, fa il suo dovere: il romanzo del grande scrittore, un tempo tanto noto, oggi quasi dimenticato. Moravia è però tornato sulla bocca dei suoi connazionali di oggi per un breve momento; grazie alla scelta di un titolo che lo riguardava all’esame di maturità di quest’anno. È stato un piccolo scandalo (di sapore piccolo-borghese e provinciale, come molti dei suoi personaggi): chi mai arriva a concludere il programma scolastico fino a questo punto, fino al Novecento inoltrato? Una traccia inutile, dunque. I nostri studenti neppure sanno chi era il povero Moravia. Eppure, per anni, non è stato solo l’emblema dello scrittore, ma anche dell’intellettuale impegnato, amico di Pasolini, prolifico scrittore di opere allo stesso tempo profonde, ma anche divertenti, a loro modo. Da “letteratura di consumo”. Continua a leggere “L’asfissia de “Gli indifferenti””

Oriente immaginato, Oriente sognato

Cina e Giappone nell’immaginario occidentale attraverso la cultura pop, il cinema e i videogames negli ultimi decenni del XX secolo

uta_Bad_Dudes_vs_Dragon_Ninja_1988_ERBE_Software_5638_screenshoIntroduzione. La seconda parte del XX secolo, dal secondo dopoguerra in poi, ha visto un progressivo espandersi della mobilità internazionale. In seguito al processo di integrazione economica e socio-culturale che dagli anni Novanta abbiamo cominciato a definire più precisamente come globalizzazione, il mondo si è sempre più rimpicciolito. Il trattato di Schengen e i voli low cost, oltre tutto, hanno reso l’Europa uno spazio unico anche dal punto di vista del turismo. Già la mia generazione che ha vissuto l’infanzia negli anni Ottanta, stenta a ricordare un’Europa di frontiere e passaporti. Tuttavia, malgrado il rimpicciolimento del mondo, la fascinazione di terre lontane rimane. Il turismo di massa non ha fatto che confermare, a seconda delle mode e dei momenti, l’attrazione per quelle terre che incuriosiscono, attraggono, paiono esotiche. Occorre però sempre tenere presente che la categoria di “esotismo” è determinata dal punto di vista, e che qui partiamo dalla visione europea del mondo. Continua a leggere “Oriente immaginato, Oriente sognato”

Streghe giapponesi

Donne e forza primordiale (note disordinate su Maschera di donna di Enchi Fumiko)

Enchi Fumiko, Maschera di donnaVoglio parlare di un libro, senza parlare del libro. Odio le recensioni banali, e amo le recensioni utili (quelle scolastiche, da manuale, precise, documentatissime, piene di note e di bibliografia). Le vie di mezzo sono un esercizio retorico di dubbia utilità. Voglio parlare di un libro, anzi di quello che ci sta dentro, senza faticare a riassumere una trama. Fatevelo voi. Leggetevelo. Il libro è il breve romanzo della scrittrice Enchi Fumiko (che gli dei la benedicano), intitolato Maschera di donna (Onna-men 女面). Parla di donne. Anzi di femmine. Di fascinazione, inganno, forza primordiale, di follia, di soprannaturale. Tutto ha un vago sapore di stregoneria, anche se quel termine è fuori contesto, è troppo europeo, e poi cela in sé una certa condanna morale che, se c’è, è piuttosto approvazione dell’autrice. Gli uomini, in Maschera di donna, vengono truffati, e paiono meritarselo, raggirati, usati nel loro punto debole: l’attrazione per il corpo femminile. Il più grande e dolce inganno architettato dall’evoluzione ai danni dell’uomo. Continua a leggere “Streghe giapponesi”

World literature

Occorrerebbe un manuale e dovrebbe essere materia scolastica di base

dante in tedescoRispetto ad altre civiltà del mondo, quella occidentale ha avuto il singolare destino di presentare un più altro grado di uniformità e allo stesso tempo un alto grado di frammentazione: tante lingue, ma una civiltà comune. L’Occidente, infatti, non parla certamente solo inglese, ma si esprime in tutti gli idiomi del vecchio continente. Sappiamo che la lingua è uno dei principali elementi che circoscrive una cultura e una nazione, e la lingua è uno degli strumenti per la costruzione di un’altra dimensione importante di una cultura, quella letteraria. Qui, d’altra parte, si innesta uno dei problemi della frammentazione linguistica a cui si accennava sopra: se autori delle cosiddette maggiori letterature europee, un Cervantes, uno Shakespeare, un Goethe, un Proust, un Dante o un Dostoevskij sono universalmente noti, non altrettanto possiamo dire di letterature indicate (a torto) come minori. Continua a leggere “World literature”

Che carino!

Sociologia del “kawaii”: dal Giappone al mondo

kawaiiIl significato della parola e i caratteri del “kawaii”. La “Japan mania” degli ultimi anni, veicolata soprattutto da prodotti della cultura pop come anime e manga, ha reso familiare certi termini come quello di cui parliamo qui: il “kawaii”. Dedicherò qualche riga a definizioni un poco scolastiche ma necessarie a capire di cosa parliamo, per poi passare ad un approccio più libero nell’indagine di questo fenomeno. Questo approccio vorrebbe essere ispirato alla contaminazione tra discipline e, soprattutto, caratterizzato da una libertà di seguire tutti gli spunti di interpretazione senza timore di dire qualcosa di poco accademico. La parola “kawaii” è traducibile con l’italiano “carino”, ma nella parola giapponese originale è presente una sfumatura che in qualche modo si perde nella sua resa in una lingua diversa. Una parola, infatti, è anche ancorata al contesto sociale che in cui è nata, e la perdita di questi legami, che ha risvolti anche semantici, porta un certo grado di svuotamento. Cercheremo di individuare più avanti le caratteristiche del “kawaii”, qui ci accontentiamo di definire in generale la parola. L’aggettivo “Kawaii” descrive, quindi, ciò che è “carino”, “adorabile”. Ma ha una sfumatura femminile. Infatti, una ragazza e “kawaii”, ma un ragazzo non lo è, si usa un altro aggettivo (a meno che non si voglia dare una connotazione particolare al nostro commento). Anche l’uso del termine è più frequentemente impiegato da soggetti femminili. Continua a leggere “Che carino!”

Lo psichedelico Krzysztof Gonciarz

L’evoluzione (interiore) di un noto youtuber polacco (e perché vale la pena di essere conosciuta)

krzysztof-gonciarz-jestem-na-etapie-wyboru-terapeuty-nie-jest-latwo-sie-na-to-zdecydowacL’argomento di questo articolo esula dalle tematiche che di solito tratto su questo sito e gli spazi social ad esso collegato. Devo dire, però, che ho una particolare curiosità per un tema che in qualche modo ritengo collegato alla letteratura e al linguaggio. Ma che cosa, in fin dei conti, non è collegato a ciò che è linguaggio e al tentativo attraverso il linguaggio di raccontare la vita? Tutto ciò che è umano. Il tema è il seguente: se sia possibile capire i sogni, le aspettative i disagi, gli stati d’animo degli individui nella società contemporanea studiando da vicino coloro che di questa fauna umana sono i principali rappresentanti: influencer, blogger, tiktoker, youtuber. Va da se che ogni fenomeno psicologico e sociale umano contiene questo oggetto di studio (gli stati d’animo e simili). Ma negli ultimi vent’anni ormai il principale spazio in cui l’umano si manifesta è il social web, e se si vuole capire qualcosa di questo mondo, e anche lì che bisogna guardare. Continua a leggere “Lo psichedelico Krzysztof Gonciarz”

Una ribelle nella Tokyo degli anni Trenta

Nota di lettura su Lampi di Hayashi Fumiko

Hayashi Fumiko - LampiDa qualche tempo vado raccogliendo appunti sulla “letteratura femminile giapponese”, e prima o poi spero di trarre da questo materiale un testo di maggiore respiro, come un articolo o un’opera breve di carattere divulgagivo. È questa, quella di “letteratura femminile giapponese”, già un’etichetta antipatica. Non tanto per la necessità di essere politicamente corretti (l’atteggiamento del politicamente corretto spesso si incaponisce su questioni di forma di secondaria importanza e si occupa raramente di sostanza, di fatto ostacolando le battaglie che afferma di sostenere), quanto per il pericolo di creare un doppio binario tra letteratura maschile e femminile. Intendiamoci, che lo sguardo portato nella letteratura da autori di genere diverso porti con sé inevitabili sfumature differenti, è un’ovvietà. Ma non lo è in termini di qualità. Certo lo è in termini di diversità di sguardo sul mondo, e io lo considero un valore aggiunto. Anche se si sceglie di sottovalutare la diversità intrinsecamente biologica, o se ne ridimensiona la portata, il differente vissuto sociale delle donne in quanto donne, lascia traccia nell’esperienza viva e influisce in modo sostanziale sull’idea che le donne si fanno di se stesse. La donna vive una società che, nonostante un secolo di lotte politiche e civili, tenta sempre di ridurla ad un ruolo subordinato, anche nelle tanto autoincensate democrazie liberali. E alcune donne si sono fatte scrittrici anche per questo. Continua a leggere “Una ribelle nella Tokyo degli anni Trenta”

La Cina del Caos primordiale

Il Sorgo rosso di Mo Yan

Mo Yan il Sorgo rossoSe lo guardiamo solamente da un punto di vista di “genere”, Sorgo rosso di Mo Yan è senz’altro un romanzo storico. Attraverso la storia di una famiglia e delle vicende di un villaggio nel nord della Cina, si racconta la storia della guerra sino-giapponese e le vicende che videro contrapporsi in una guerra civile i collaborazionisti, i nazionalisti e i comunisti, con cambi di fronte e alleanze a complicare le cose. Ma ci si libera in fretta da questa etichetta. Per Sorgo rosso si devono scomodare etichette un po’ abusate come saga, epopea. Le vicende, infatti, attraversano le generazioni, un tempo lungo enfatizzato anche dalla voce narrante che parlando della sua famiglia ci racconta la storia di suo nonno, sua nonna, suo padre, appellandoli sempre con questi nomi anche mentre narra le vicende dei suoi famigliari da giovanissimi. Queste prospettive riduttive, però, sono adatte ad una quarta di copertina, utili a inquadrare un’opera, ma niente di più. Sono invece del tutto insufficienti per descrivere l’intensità di un libro che da solo spiegherebbe il premio Nobel per la letteratura di cui l’autore fu insignito nel 2012. Continua a leggere “La Cina del Caos primordiale”

Piacere “globale”

Note sul libro L’erotismo di Francesco Alberoni (Garzanti 1986)

alberoni erotismoQuando si scrive “fiction” immedesimarsi nel punto di vista di un personaggio è fondamentale. Tanto più se quel personaggio è molto diverso da noi. Con questo ammonimento nella mente, stavo cercando materiale sul tema dell’erotismo visto da un punto di vista femminile, per evitare di mascolinizzare personaggi che di femminile potrebbero avere solo il nome e le sembianze, ma non l’interiorità. Mi sono così imbattuto in un vecchio libro del sociologo Francesco Alberoni, uno di quei libri che non ho acquistato, ma che ho ereditato per vie traverse. Il libro si intitola appunto L’erotismo, ed è stato pubblicato da Garzanti nel 1986. La mia versione “ereditata” è una riedizione di Euroclub di un paio d’anni dopo, con una copertina e una grafica tipiche di quell’epoca. Continua a leggere “Piacere “globale””

Telefonate tra Occidente e Oriente

Pomy, cervello, libellula, di Marco Sampietro e Yukiko Nakamura

Pomy, cervello, libellulaIl titolo singolare è la prima cosa che salta all’occhio. La cornice narrativa dentro la quale si sviluppa questo breve ed agile libro, è una serie di chiacchierate “telefoniche” tra i due autori, Yukiko Nakamura e Marco Sampietro, tra Roma e Tokyo. Ma è proprio durante quelle chiacchiere intercontinentali che Yukiko e Marco si raccontano storie, in qualche modo basate sulle loro reali esperienze di vita, ma romanzate nel gusto tipico di chi ama fare letteratura. Il singolare titolo, infatti, non è altro che la somma dei tre titoli delle storie che gli autori e amici si raccontano: “Pomy, Cervello, Libellula”. I primi due racconti – intervallati e “interrotti” come il terzo anche dalle considerazioni dei due amici, fatto che conferisce una certa vivacità alla narrazione – si devono a Yukiko Nakamura. Continua a leggere “Telefonate tra Occidente e Oriente”