Nota di lettura su Lampi di Hayashi Fumiko
Da qualche tempo vado raccogliendo appunti sulla “letteratura femminile giapponese”, e prima o poi spero di trarre da questo materiale un testo di maggiore respiro, come un articolo o un’opera breve di carattere divulgagivo. È questa, quella di “letteratura femminile giapponese”, già un’etichetta antipatica. Non tanto per la necessità di essere politicamente corretti (l’atteggiamento del politicamente corretto spesso si incaponisce su questioni di forma di secondaria importanza e si occupa raramente di sostanza, di fatto ostacolando le battaglie che afferma di sostenere), quanto per il pericolo di creare un doppio binario tra letteratura maschile e femminile. Intendiamoci, che lo sguardo portato nella letteratura da autori di genere diverso porti con sé inevitabili sfumature differenti, è un’ovvietà. Ma non lo è in termini di qualità. Certo lo è in termini di diversità di sguardo sul mondo, e io lo considero un valore aggiunto. Anche se si sceglie di sottovalutare la diversità intrinsecamente biologica, o se ne ridimensiona la portata, il differente vissuto sociale delle donne in quanto donne, lascia traccia nell’esperienza viva e influisce in modo sostanziale sull’idea che le donne si fanno di se stesse. La donna vive una società che, nonostante un secolo di lotte politiche e civili, tenta sempre di ridurla ad un ruolo subordinato, anche nelle tanto autoincensate democrazie liberali. E alcune donne si sono fatte scrittrici anche per questo. Continua a leggere “Una ribelle nella Tokyo degli anni Trenta”