Asian girls. Romanzo

Un viaggio surreale fra Giappone, Cina e Corea

Asian girls copertina DEFLa crisi di mezza età rientra nei cliché dell’esistenza (e della narrativa). Ed è proprio questo ad indispettire il frivolo e disilluso Bimko, professore di liceo alle prese con una vita di ordinaria mediocrità: un amore ormai consumato, la perdita di fiducia in ogni suo antico ideale, l’insoddisfazione per una quotidianità grigia e banale. Cultore di letteratura cinese e giapponese, è affetto da un’insana ossessione erotico-estetica per le donne dell’Asia orientale, un tipo di bellezza alla quale assegna addirittura significati allegorici e spirituali. Decide così di lasciarsi tutto alle spalle, di scivolare in un vitalismo entusiasta e di partire per l’Asia Orientale. Il romanzo è la storia di questo grottesco viaggio, tra Cina, Corea e Giappone, lungo il quale Bimko è vittima di avventure esilaranti e inverosimili nel tentativo improbabile di radunare ragazze disposte a vivere con lui in un convivio di amore collettivo e crearsi così un harem in piena regola. Continua a leggere “Asian girls. Romanzo”

Non so se oggi mi uccido

Il paese dei suicidi di Yū Miri

Il paese dei suicidi“Sono le 2:36 del mattino. È il 20 giugno 2011 ed è l’anniversario della nostra morte”. Alle parole ‘anniversario della nostra morte’ Mone guardò Nana in volto. […] “Probabilmente non saremo scoperti per giorni… stanno per iniziare le vacanze estive e oggi è lunedì…”. I quattro individui che se ne stanno seduti al buio in un’auto si sono conosciuti su internet. Una donna di mezza età, un giovane uomo poco più che trentenne, un ventiseienne, e poi c’è lei, la giovane Mone, quindici anni appena. Dobbiamo figurarci la seguente scena: questi quattro individui si sono conosciuti di persona pochi minuti prima, ed ora sono in un’area isolata, in mezzo ai boschi, dentro l’auto. L’intenzione è suicidarsi insieme, per farsi coraggio. Ognuno ha una propria motivazione, ognuno ha maturato una stanchezza diversa per la vita e pensa di non aver via di uscita. Questo è uno dei punti culminanti del breve romanzo Il paese dei suicidi, della scrittrice giapponese (ma di origine coreana) Yū Miri. Continua a leggere “Non so se oggi mi uccido”

Bevi Vodka, parla con gli angeli

Nota su Mosca-Petuškì di Venedikt Eroféev

venedikt erofeevUna storia di estrema semplicità. Un uomo, un derelitto, una specie di barbone alcolizzato che compie un viaggio in treno da Mosca a Petuškì, cittadina industriale a poche decine di chilometri dalla capitale. Ma il suo stato di sbronza perenne rende quel viaggio un continuo confrontarsi con i mostri di un’interiorità tormentata (come da cliché letterario). Volutamente banalizzata in questa stringata descrizione, il breve romanzo di Venedikt Eroféev, è un’opera importante nel panorama letterario e culturale di quegli anni. Siamo nella Russia sovietica (1973), ma il respiro dell’opera – un respiro post-moderno, dove il pensiero si disarticola e si frammenta – è del tutto europeo. Prima di concederci qualche dettaglio in più sul libro, parliamo del titolo. Mosca-Petuškì è il titolo originale, ma esistono traduzioni che impiegano titoli riadattati, cercando di rendere quelle sfumature che al di fuori del contesto inevitabilmente si perdono. È il caso della traduzione di Pietro Zveteremich, per Feltrinelli: in quella traduzione ormai classica l’opera diventa “Mosca sulla Vodka”. Continua a leggere “Bevi Vodka, parla con gli angeli”

Smembrare cadaveri per noia

Natsuo Kirino, Le quattro casalinghe di Tokyo

Se per raggiunta sopportazione ti capita di strangolare, in una sera come tante, tuo marito, e se poi le colleghe di lavoro, una notte come tante, ti aiutano a liberarti di quel cadavere facendolo a pezzi, non è il caso di parlare necessariamente di indole criminale o, ancora peggio, di patologia mentale. Se quella vita, piccola, deludente, senza speranza, ti ha logorato per anni, allora, magari, la patologia è in quel caso la vita stessa, ed è inutile scomodare la psichiatria. Il romanzo di Kirino Natsuo, Le quattro casalinghe di Tokyo (titolo troppo didascalico scelto dall’editore italiano in luogo di un laconico Out) è un romanzo multi-strato e multi genere. Thriller, noir, romanzo esistenziale sulla condizione della donna (ma anche dell’uomo) nel mondo moderno, sulla solitudine, sui mostri che ci vivono dentro e che fingiamo di non vedere. Mostri che tuttavia stanno lì, pronti ad uscire e a smembrare cadaveri. Kirino Natsuo (manteniamo l’uso tradizionale giapponese di citare gli autori nell’ordine cognome-nome) disegna un mondo normale; anzi di una banalità sconcertante, e poi ci mostra come quei mostri vivano in esso perfettamente mimetizzati. Anzi mostra che, in fondo, siamo tutti mostri. Continua a leggere “Smembrare cadaveri per noia”

Inquietudini, libertà, erotismo

La Vegetariana, romanzo della coreana Han Kang

la vegNon sappiamo perché, ma dai coreani ci aspettiamo stranezze e le tolleriamo. Anzi, per questo li amiamo. “Stranezze”, si intende, dal nostro punto di vista. Dobbiamo scomodare la categoria del grottesco per definire serial coreani come Squid Game, la pellicola Premio Oscar Parasite, e altri prodotti che ci provengono da quel paese. Una sensazione analoga coglie il lettore del romanzo breve La vegetariana, della scrittrice coreana Han Kang. Ma la gamma di sensazioni ed atmosfere che l’autrice è capace di costruire in poche pagine, ci fa dimenticare in fretta l’etichetta di grottesco appena evocata, e ci lascia smarriti, con la sensazione di non sapere cosa abbiamo realmente letto: un horror? Un romanzo erotico? Un romanzo esistenziale sul significato della vita e il valore della libertà individuale? Tutte queste cose insieme. Tra l’altro, un esperimento che il lettore può fare per cogliere il valore universale di un’opera, – in altri termini di capire se si sta parlando ad un pubblico universale, – è quello di asportare artificialmente e simbolicamente quegli elementi che calano la narrazione in uno specifico contesto sociale, culturale, storico e linguistico. Se effettuata questa azzardata operazione di asporto, quello che ne rimane è un messaggio, un insieme di sensazioni e suggestioni ancora vive, l’opera ha un valore intrinseco, oltre quegli elementi che, comunque essenziali, non la definiscono per intero. Continua a leggere “Inquietudini, libertà, erotismo”

Le incredibili avventure di Li Testapelata

Il romanzo Brothers dello scrittore cinese Yu Hua

Yu Hua scrittore cinese

Sembra che il primo Yu Hua (余华 Yúhuá) si fosse incamminato sulla strada della scrittura sotto l’influenza di Franz Kafka e di Kawabata Yasunari. Questi due ultimi autori, un ceco di lingua tedesca e un giapponese, erano certamente accomunati dalla capacità di raccontare l’aberrazione di una realtà senza sconfinare nel fantastico e nel soprannaturale (parliamo, ovviamente, del Kafka de Il Processo e de Il Castello). Ma il Yu Hua di Brothers (兄弟 Xiōngdì), titolo all’inglese che rende la versione italiana di questo enorme romanzo, è già voce autentica, autonoma di questo scrittore. Ma chi è Yu Hua? Classe 1960, la critica lo considera uno dei più significativi autori della nuova generazione, anche grazie alla sua sostanziale capacità di descrivere gli epocali cambiamenti avvenuti nella società cinese. Un piglio fiabesco che, come vedremo, pone ancora più in risalto alcuni elementi di violenza che il rotolare della storia umana porta inevitabilmente con sé. Continua a leggere “Le incredibili avventure di Li Testapelata”

Pirati e disimpegno

Letteratura di (nobile) evasione

stevensonSe siete stanchi di impegno, se ne avete abbastanza di sentire politici ripetere sempre le stesse cose e, ugualmente, non ne potete più di ascoltare la lamentela popolare col suo traboccare di luoghi comuni, fate un gesto di evasione, salvatevi. Isolatevi, egoisticamente, in un mondo piacevole, leggero. Plasmatelo a vostro uso e consumo, senza pensieri. Sedetevi in poltrona, sorseggiate un buon whisky invecchiato (o se non vi piace il genere, una tisana esotica o un tè), e leggetevi un libro. Oggi che l’invito alla lettura è diventato un’ennesima forma di impegno, e che questo “appello” qualche volta risulta un po’ antipatico (leggere fa bene, come mangiare frutta e verdura), leviamo subito di torno l’impegno. Leggetevi disimpegnati romanzi di genere, secondo la vostra indole. Divertitevi con la storia, la narrazione. Se vi va, seguite le mode del momento, gli autori da classifica. Continua a leggere “Pirati e disimpegno”

Lo scricciolo e la neve

Una parabola laica sulla forza di volontà

digaAdolf Dygasiński (1839-1902), scrittore polacco, in La festa della vita (Gody życia, 1900) descrive la vita di un uccellino, un piccolo e comune scricciolo. Il piccolo volatile vive in povertà, osservando gli uccelli migratori nel loro cosmopolitismo alla ricerca di un’abbondanza sempre a portata di mano. Ma lo scricciolo ha deciso di vivere in prima persona tutte le stagioni, sopportando lo squallore e la fame dell’inverno per poi attendere la ricchezza ritrovata della primavera. Nonostante questo alternarsi di fortune, l’uccellino non è mai triste, perché il tempo ciclico gli ha dimostrato che sofferenze e miserie sono mali passeggeri, mentre solo la gioia per la vita può essere eterna, se sappiamo come affrontarla. Continua a leggere “Lo scricciolo e la neve”

Libri, balli, spettacoli nell’Inghilterra del Settecento

Il libro di J. Brewer, I piaceri dell’Immaginazione.

BrewerL’antipatica Gran Bretagna post Brexit potrebbe farci dimenticare che la cultura britannica, spesso definita semplicemente inglese perché anglofona (con buona pace di gallesi, scozzesi e irlandesi), ha dato all’Europa e al mondo grandi capolavori letterari e non solo. Il predominio dell’inglese nel mercato editoriale internazionale, con una produzione letteraria ormai guidata da pure logiche di mercato, contribuisce a renderci la cultura anglofona come troppo invadente, persino imperialista. Occorre anche aggiungere che la potenza di fuoco mediatica del mondo anglosassone, in particolare americana, è stata capace di rendere simili a miti ogni prodotto di quella cultura, anche quando la definizione di capolavori era forse esagerata. Il predominio politico dell’America dalla seconda parte del XX secolo ha contribuito a porre in una posizione di privilegio la letteratura inglese classica, lasciando la restante produzione europea occidentale in mano a specialisti.
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In Gogol’? c’è già tutto!

Un frutto del turbine di stimoli che travolsero la Russia moderna

anime morteC’è una definizione possibile dell’opera di Nikolaj Gogol’, scrittore russo (nato nell’odierna Ucraina) e ricompreso nel canone dei “classici”: Gogol’ è un prontuario di prototipi di personaggi della letteratura russa e universale delle epoche successive. Mi spiego meglio. Leggendo le sue opere, dai racconti, al più noto romanzo Le anime morte, e se si conoscono per sommi capi le linee di sviluppo principali della letteratura successiva, del grande romanzo ottocentesco e novecentesco europeo, si incontrano, appena accennati o già riconoscibili, temi, atmosfere, personaggi che poi la stessa letteratura europea e mondiale farà propri. Continua a leggere “In Gogol’? c’è già tutto!”

Byron in salsa russa

Immoralità e noia nell’opera di Lermontov

lermontovMichail Lermontov è un poeta e scrittore russo che pare egli stesso personaggio letterario. Anima tormentata, tipico rappresentante di quello che tra le aule scolastiche avete sentito definire come “titanismo romantico”, Lermontov muore giovane in seguito ad un duello, a soli ventisette anni. La giovane età lo pone in un ruolo problematico nel contesto letterario russo. Da un lato, il breve tratto di tempo che ha costituito la sua vita non gli ha permesso di raggiungere a pieno la sua maturità artistica. Dall’altro Lermontov ha lasciato versi e opere in prosa che ci paiono perfettamente compiute e che collocano l’autore in un panorama di respiro europeo. Continua a leggere “Byron in salsa russa”

Scegliere il kimono, catturare lucciole..

Il romanzo Neve sottile di Jun’chiro Tanizaki

tanizakiNella versione compatta in un solo tomo della voluminosa storia letteraria, intitolata semplicemente Letteratura giapponese. Disegno storico*, lo storico della letteratura Kato Shuichi, aveva già segnalato lo scrittore Jun’chiro Tanizaki come tra i maggiori autori del Novecento Giapponese, indicando nel romanzo Neve sottile il culmine dell’opera di Tanizaki.

Con scrupolo di studioso novizio della cultura di questo paese, in contemporanea alla conoscenza del quadro storico-letterario di riferimento, mi trovavo già tra le mani la lista di un certo numero di titoli della letteratura del periodo classico da leggere o già letti; ma le note riportata da Shuichi a proposito di Neve Sottile, mi hanno persuaso a mutare la mia forzata sistematicità, e a ritornare al Novecento. Continua a leggere “Scegliere il kimono, catturare lucciole..”

Combattere le tigri a mani nude

Elogio di Sandokan (e del suo creatore, Emilio Salgari)

TigriSarà forse perché nel rivendicare gusti ingenui, il critico o il semplice lettore, si dichiara indirettamente ricercato e raffinato. O sarà semplicemente perché i romanzi del ciclo di Sandokan di Emilio Salgari sono effettivamente di una godibilità che crea subito affezione per il suo impavido eroe. Lettura per ragazzi e lettura vintage ad un tempo. La prima, una categoria che ha condannato molte opere ad una nicchia che non apparteneva loro, mettendo in ombra alcuni importanti capolavori della letteratura mondiale (uno su tutti, Jules Verne). La seconda etichetta, quella di vintage, più onesta: i “ragazzi” di oggi forse non hanno mai sentito parlare di Sandokan, e già per la mia generazione i libri di infanzia, negli anni Ottanta del secolo scorso, erano altri. Continua a leggere “Combattere le tigri a mani nude”

Leggere libri è un dibattito

La rubrica “Schede-di-lettura”

“Schede di lettura” è un nome datato, quasi stantio e che sa di polveroso. Forse perché l’aggettivo “polveroso” viene spesso accostato alla parola biblioteca, un altro vocabolo-contenitore che ha una potente carica evocativa. Nell’era digitale chi mai terrebbe ancora uno schedario reale, fisico, di carta, per archiviare qualcosa? Devo ammettere di avere questa colpa. Seppur in un formato tascabile (una serie di quaderni), tengo effettivamente “schede” dei libri che negli anni vado leggendo. Non tutti, e non sempre, ma spesso. Ed è incredibilmente utile. Continua a leggere “Leggere libri è un dibattito”