Che carino!

Sociologia del “kawaii”: dal Giappone al mondo

kawaiiIl significato della parola e i caratteri del “kawaii”. La “Japan mania” degli ultimi anni, veicolata soprattutto da prodotti della cultura pop come anime e manga, ha reso familiare certi termini come quello di cui parliamo qui: il “kawaii”. Dedicherò qualche riga a definizioni un poco scolastiche ma necessarie a capire di cosa parliamo, per poi passare ad un approccio più libero nell’indagine di questo fenomeno. Questo approccio vorrebbe essere ispirato alla contaminazione tra discipline e, soprattutto, caratterizzato da una libertà di seguire tutti gli spunti di interpretazione senza timore di dire qualcosa di poco accademico. La parola “kawaii” è traducibile con l’italiano “carino”, ma nella parola giapponese originale è presente una sfumatura che in qualche modo si perde nella sua resa in una lingua diversa. Una parola, infatti, è anche ancorata al contesto sociale che in cui è nata, e la perdita di questi legami, che ha risvolti anche semantici, porta un certo grado di svuotamento. Cercheremo di individuare più avanti le caratteristiche del “kawaii”, qui ci accontentiamo di definire in generale la parola. L’aggettivo “Kawaii” descrive, quindi, ciò che è “carino”, “adorabile”. Ma ha una sfumatura femminile. Infatti, una ragazza e “kawaii”, ma un ragazzo non lo è, si usa un altro aggettivo (a meno che non si voglia dare una connotazione particolare al nostro commento). Anche l’uso del termine è più frequentemente impiegato da soggetti femminili. Continua a leggere “Che carino!”

Banana Yoshimoto: tra sogno e alienazione

Il ruolo del romanzo “Kitchen“nella letteratura giapponese contemporanea

kitchenNegli anni Ottanta del XX secolo la visione di un Giappone che si faceva “pericoloso” sul piano economico e che andava minacciando il primato occidentale, aveva dominato la pubblicistica europea e statunitense. La stampa occidentale poneva il paese del Sol Levante nella stessa posizione oggi occupata dalla Cina nella narrazione dei media. Tuttavia, proprio quella crescita economica aveva permesso al paese di sviluppare una via autonoma anche in quei settori della cultura di massa che erano stati appannaggio dell’Occidente, e dell’America in particolare. Nei decenni Settanta e Ottanta, infatti, comincia quello sviluppo del settore dell’entertaiment riguardante il cinema di animazione e il fumetto (settori ormai conosciuti nel mondo con la dicitura giapponese anime e manga) che nei decenni successivi sarebbero diventati fenomeni della cultura di massa, facendo del Giappone un influencer mondiale. Va detto, d’altra parte, che la componente artistica, la ricerca di una narrazione esteticamente valida e veicolante valori e messaggi, non entrava in contraddizione con la natura di un mercato dell’intrattenimento che doveva forzatamente porre tra i propri obiettivi crescita e profitto: anime e manga col tempo sono diventati – pur dentro questa cornice – opere d’arte a tutto tondo. Continua a leggere “Banana Yoshimoto: tra sogno e alienazione”

“Iro Iro” di Giorgio Amitrano

In un libro divulgativo, una dichiarazione d’amore per la cultura giapponese

iroGiorgio Amitrano è un noto yamatologo, docente all’Orientale di Napoli. Il termine yamatologo forse è ormai desueto: designa uno studioso della cultura giapponese, in particolare della lingua e della letteratura. In questo suo Iro iro. Il Giappone tra pop e sublime, l’autore abbandona i panni dello studioso e si lascia andare un po’. Non un testo freddo, accademico, da specialista, ma un’incursione variopinta in vari ambiti della multiforme cultura nipponica. Quello di Amitrano è un vero, grande amore. Il lettore, al di là del contenuto, percepisce subito il tono incantato nel raccontarci del Giappone. Il libro è inframezzato da riflessioni con qualche nota biografica: da queste scopriamo che la passione per il Giappone iniziò negli anni universitari, che l’autore visse per alcuni anni a più riprese in varie città del paese, e che questa dimensione immaginativa non lo ha mai più lasciato da allora. Ma tale passione si era finora espressa nel linguaggio della didattica universitaria, degli articoli accademici. Continua a leggere ““Iro Iro” di Giorgio Amitrano”