L’evoluzione (interiore) di un noto youtuber polacco (e perché vale la pena di essere conosciuta)
L’argomento di questo articolo esula dalle tematiche che di solito tratto su questo sito e gli spazi social ad esso collegato. Devo dire, però, che ho una particolare curiosità per un tema che in qualche modo ritengo collegato alla letteratura e al linguaggio. Ma che cosa, in fin dei conti, non è collegato a ciò che è linguaggio e al tentativo attraverso il linguaggio di raccontare la vita? Tutto ciò che è umano. Il tema è il seguente: se sia possibile capire i sogni, le aspettative i disagi, gli stati d’animo degli individui nella società contemporanea studiando da vicino coloro che di questa fauna umana sono i principali rappresentanti: influencer, blogger, tiktoker, youtuber. Va da se che ogni fenomeno psicologico e sociale umano contiene questo oggetto di studio (gli stati d’animo e simili). Ma negli ultimi vent’anni ormai il principale spazio in cui l’umano si manifesta è il social web, e se si vuole capire qualcosa di questo mondo, e anche lì che bisogna guardare.
Krzysztof Gonciarz è uno dei più noti video blogger polacchi. Cominciai a seguirlo alcuni anni fa a fini di studio della lingua polacca, e in qualche modo mi sono affezionato a lui. Tra i pionieri del genere in Polonia, è ormai un veterano, “un dinosauro” secondo le convenzioni del fluire velocissimo delle mode, visto che ha iniziato la sua attività nel 2011 circa. Gonciarz, sul suo canale Youtube principale, supera il milione di iscritti. Un traguardo notevole se si considera che lo spazio web di area linguistica polacca non è molto esteso. La Polonia ha solo 37 milioni di abitanti, e 1 milione di follower è una cifra di tutto rispetto.
Gonciarz inizia con quel classico piglio amatoriale che distingue il mondo del web 2.0 e progressivamente arriva a gestire il linguaggio del video e della narrazione in modo veramente professionale e coinvolgente. In particolare nel raccontare la sua vita a Tokyo, città da dove vive da qualche anno e dove ha fondato la sua società di produzione. I video che riguardano la prima fase della maturità artistica di Gonciarz coniugano questo efficace montaggio sopra citato e un certo sfondo filosofico. Il nostro video blogger, infatti, pur facendo di tutto per prendersi poco sul serio, tende ad una certa profondità e predilige temi che riguardano la psicologia umana, anche se narrati in modo molto indiretto e non convenzionale.
Di questa sua fase artisticamente matura ne è un esempio uno dei suoi video più fortunati “Więcej niż jedno życie” (“Più di una vita”) nel quale Gonciarz riflette sul fatto che la possibilità di vivere “una sola vita” determinata dalla cultura e dal luogo di nascita costituisca una limitazione e un destino crudele, vista la ricchezza del mondo. Il video è girato in una labirintica Hong Kong, e fa parte di una serie di altri contributi video ispirati alla città.
Per qualche anno il nostro Gonciarz è andato avanti così. Alternando video dallo sguardo vagamente antropologico sul Giappone postmoderno, e contemporaneamente cercando di dare un senso a quello che faceva. Poi, qualcosa è cambiato. Il buon Gonciarz è diventato ormai adulto, e alle soglie dei quarant’anni ha cominciato a percepire che il senso di quello che faceva si stava perdendo.
Gonciarz è caduto in una crisi personale che – è lo spirito dei tempi – ha condiviso con le centinaia di migliaia di persone che lo seguono: settimana dopo settimana, mese dopo mese. È tornato per un lungo periodo in Polonia nel periodo della pandemia, e solo recentemente è nuovamente a Tokyo da dove in queste settimane ha ripreso a pubblicare con una certa frequenza (maggio 2023), manifestando una nuova linfa vitale e una ritrovata apparente serenità. Ma con un atteggiamento ben diverso rispetto ai video dei primi anni.
Facendo un passo indietro, i video della sua fase di crisi hanno cominciato a cambiare lentamente qualche anno fa. Da riprese quasi “cinematografiche”, montate ormai in modo del tutto professionale, Gonciarz ha deciso di tornare spesso alla presa diretta, di limitare al massimo il montaggio, e di lasciare che un’aurea di video amatoriale apparisse in tutta spontaneità. Facendo liberamente il buffone e non disdegnando il paradosso, il surreale e il non senso. Parallelamente ha cominciato a manifestare segni di sofferenza, è cambiato visibilmente, sembra che sia anche invecchiato un po’ più in fretta e che sia ricorso alla terapia. Una sorta di depressione lungo la quale Gonciarz ha cercato di raccontare se stesso, alcuni importanti traumi della sua vita, condividendo il suo percorso.
Poi ha cominciato a focalizzarsi su alcune tematiche particolari. Tra un hater e un altro, tra un commento di incoraggiamento e un altro, Gonciarz ha capito che l’espressione libera di se stessi deve superare i condizionamenti sociali, che non possiamo vivere sempre accontentando tutti (e qui si capisce perché ho deciso di scrivere questo testo su di lui, è un tema per cui provo grande interesse).
Per lui soprattutto, sotto i riflettori da tanti anni, questa dimensione riveste particolare importanza. Apparire, essere noti, apprezzati, cercati, ci impone anche di indossare una maschera specifica. E questo, Gonciarz, pare non sopportarlo più. Il suo linguaggio “filmico” si è fatto, quindi anche crudo, a tratti disturbante, ma come dicevamo prima, anche più spontaneo, più vero.
Ora si potrebbe pensare che dedicare un’analisi di questo tipo ad un videoblogger sia poi una cosa discutibile, un esercizio che lascia il tempo che trova. Ma Gonciarz è a tutti gli effetti un artista che vive la sua vita come oggetto della sua arte. È un rappresentante del suo e del nostro tempo, e io lo guardo ormai non solo per tenere allenato il mio polacco, ma soprattutto per avere un suo sguardo personale sulla vita. Un personaggio dello spazio infinito del web che, tuttavia, ha avuto ed ha il coraggio di uscire dalla maschera che gli faceva comodo. Non è cosa da poco.
Potete seguire Krzysztof Gonciarz, tra i veri social, su Youtube, qui.