Pomy, cervello, libellula, di Marco Sampietro e Yukiko Nakamura
Il titolo singolare è la prima cosa che salta all’occhio. La cornice narrativa dentro la quale si sviluppa questo breve ed agile libro, è una serie di chiacchierate “telefoniche” tra i due autori, Yukiko Nakamura e Marco Sampietro, tra Roma e Tokyo. Ma è proprio durante quelle chiacchiere intercontinentali che Yukiko e Marco si raccontano storie, in qualche modo basate sulle loro reali esperienze di vita, ma romanzate nel gusto tipico di chi ama fare letteratura. Il singolare titolo, infatti, non è altro che la somma dei tre titoli delle storie che gli autori e amici si raccontano: “Pomy, Cervello, Libellula”. I primi due racconti – intervallati e “interrotti” come il terzo anche dalle considerazioni dei due amici, fatto che conferisce una certa vivacità alla narrazione – si devono a Yukiko Nakamura.
Il lettore scoprirà che nel caos di Tokyo, un piccolo pezzo di terra, nascosto e appartato, sarà il teatro di storie inattese di “amicizia” tra un pomodorino e la sua amorevole coltivatrice. Oppure, con un salto nella memoria autobiografica, ascolterà la storia di vecchie ferite di vita, ferite che tuttavia possono trovare una versione più dolce che le riconcilia con il nostro presente più intimo. “Cervello”, infatti, è la storia di un padre e di un marito amorevole che, rimasto vedovo, perde la testa per una donna inquietante che rischia di rubargli persino l’anima.
Siamo ancora sulle note emotive con il terzo racconto, Libellula: in questo caso le parti si invertono. È Marco Sampietro a narrare una storia toccante di nostalgia e sofferenza per chi ci ha lasciato.
Eppure, nonostante il tono tendenzialmente “sentimentale” del libro, se ne ricava una sensazione di leggerezza e di freschezza.
Il libro, pubblicato da Robin Edizioni, è disponibile su Amazon cliccando qui.