Visioni apocalittiche a Shibuya

“Mosaico” di Taguchi Randy

Mosaico di Taguchi Randy in giapponeseVerso la fine degli anni Novanta del secolo scorso, la tecnologia stava portando a grandi cambiamenti nelle abitudini quotidiane. Nel quinquennio precedente la fine del secolo, la rete internet si era orma diffusa a livello planetario. Altro importante fattore di cambiamento fu l’irruzione nelle nostre vite del telefono cellulare. È in quel torno di anni che, con una crescita esponenziale, il “telefonino” diventerà un accessorio fondamentale della nostra quotidianità. Nel romanzo Mosaico di Taguchi Randy ( 田口 ランディ), la scrittrice giapponese, pioniera dell’uso della rete in letteratura, si appoggia proprio a questo clima da “Blade Runner” che in quegli anni tutti percepivamo con un misto tra entusiasmo e timori. Internet e il telefonino erano oggetti quasi magici, ci permettevano di fare cose prima impensabili. E ancora non avevamo visto l’epoca dei social media e degli smartphone. Lo sfondo narrativo di Mosaico è questo, ed è fondamentale nell’economia del racconto. Sono i cambiamenti sociali derivati dall’introduzione di queste tecnologie a rendere gli individui soli e isolati. Ed è su quel sostrato che si sviluppa la storia.

Mimi è una ex soldatessa dell’esercito giapponese. Dopo essere rimasta prematuramente orfana, ma aver condotto un’infanzia felice con i nonni, ha intrapreso una breve carriera nell’esercito. Il lavoro che più gli si addice, però, è un settore insolito: la suo professione consiste nel condurre i pazienti presso gli ospedali psichiatrici che li prenderanno in cura. Ma non si tratta di un’infermiera o di un’operatrice sanitaria. Lavora per un’agenzia specifica, privata, che interviene su richiesta di un familiare del “cliente”, là dove si trovano falle in cui le istituzioni non possono intervenire.

Mimi ha una strana carica psicologica: fredda e apatica in superficie, è in realtà in grado di entrare in empatia con i soggetti più strani che incontra sul suo cammino.

Tutta la vicenda ruota intorno a un misterioso “Comitato” che predica una fine imminente attraverso un linguaggio arcano. È una catena di mail che arriva su migliaia di telefonini dei giovani di Tokyo ad avvisare del pericolo imminente (l’e-mail sul telefono era il precursore delle App di messaggistica come Whats’App, Telegramm, Line, ecc.).

Incontro fondamentale di Mimi è quello con il quattordicenne Masaya, individuo singolare, di gran lunga più maturo della sua età, e sofferente di “allucinazioni” a metà strada tra visione religiosa e follia.

Qui si sviluppa un elemento fondamentale del romanzo: il rapporto tra tecnologia, società polverizzata e linguaggio misticheggiante. Masaya condurrà Mimi in un viaggio interiore affascinante e spiazzante, dove anche lei scoprirà qualcosa di se stessa.

Quinta scenografica del romanzo è la caotica Shibuya (un quartiere famoso di Tokyo), ambientazione tipica di tanti romanzi, ma particolarmente adatta ad una “critica” indiretta della società iper-tecnologica.

Il romanzo Mosaico qualche volta sa un po’ di datato La tecnologia che descrive non è più quella di vent’anni dopo e oggi ne cogliamo la natura un po’ vintage. Eppure, quel senso di straniamento che quei cambiamenti hanno apportato alle nostre vite è ancora attuale e descritto in modo efficace da Taguchi Randy. Mosaico è un romanzo del 2003, ma non è poi così invecchiato.

4 pensieri su “Visioni apocalittiche a Shibuya

      1. Capisco perfettamente quel che vuoi dire, perché è dura continuare a scrivere quando raccogli pochi commenti. Ho vissuto questa situazione in prima persona per 5 lunghi anni, i primi 5 della mia avventura su WordPress. Da allora ne sono passati altri 11, ma non mi scordo mai da dove sono partito, e quanto mi ci è voluto per raggiungere i risultati attuali. A farmi svoltare fu questo post: https://wwayne.wordpress.com/2013/03/25/il-lato-positivo/. Probabilmente piacque così tanto perché parlai del film più popolare in quel periodo. Cosa ne pensi?

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