Un mosaico di lingue (letterature) e paesi in forte sviluppo, cerca di rimanere equidistante nello scontro Cina-Stati Uniti.
Questa nota potrebbe sembrare fuori tema rispetto agli articoli che di solito pubblico. L’anomalia si spiega in questo modo: si tratta di una nota nata dall’esigenza di comprendere meglio la situazione socio-economica di quel vasto spazio geografico noto come Sud-Est Asiatico. Questa esigenza è sorta durante una “ricerca” preliminare, un po’ a tentoni, sulle letterature autoctone prodotte, in particolare, a Singapore e Hong Kong. Anche se Hong Kong non è, strettamente parlando, nel ‘Sud-Est Asiatico’, ha però forti legami con quest’area. Nel corso di alcuni mesi, ho annotato i titoli di vari autori e opere, compresi quelli occidentali, che hanno scritto romanzi o raccolte di racconti ambientati in questi luoghi. Le opere letterarie che ho annotato sono state scritte in cinese cantonese, mandarino, malese (una delle lingue ufficiali anche di Singapore) e inglese. Tuttavia, mi sono reso conto che rischiavo di costruire ‘isole senza storia’. Infatti, a parte Hong Kong, una città che ha sempre suscitato il mio interesse, non conoscevo molto della storia del Sud-Est Asiatico, né della sua attuale situazione socio-economica e politica. Continua a leggere “Il Sud-Est Asiatico in (precario) equilibrio”
La pandemia prima, e le vicende geopolitiche poi, hanno ridimensionato l’idea di un mondo aperto e globale. La contrazione della mobilità internazionale per oltre un biennio ha certamente inciso in questo processo, ma capiremo solo in un futuro prossimo se un fenomeno che avrebbe dovuto e potuto costituire solo una fase di passaggio, influenzerà la formazione di una nuova forma mentis. Va detto, però, che la confusione tra globalizzazione intesa in senso economico, come esportazione di modelli liberisti e sostanzialmente come occidentalizzazione/americanizzazione, è stata sovente confusa con la parallela formazione di una cultura globale, senz’altro pesantemente influenzata da modelli occidentali, ma poi risultante da forme di contaminazione e ibridazione. Se la perdita della prima non è certamente una tragedia, la perdita della seconda sarebbe certamente un passo indietro nella costituzione di un mondo aperto e in grado di valorizzare le potenzialità dell’era globale. È con simpatia, dunque, che possiamo riportare un esempio riuscito di “letteratura globale” nella figura della giovane Clarissa Goenawan (classe 1988). Questa breve nota non riguarderà il libro esordio di Clarissa Goenawan. Rainbirds (pubblicato in Italia da Carbonio Editore e tradotto da Viola Di Grado), se non tangenzialmente. Il focus sarà posto sull’autrice.