Danza Venere, balla Bacco…

Mito classico e arte rinascimentale: una guida alla comprensione

51PGOWJYCtLImmaginiamo di entrare nel salone di una magnifica dimora storica (dopo che ci avranno liberati dagli arresti domiciliari della pandemia). Magari ci troviamo nella veste di turisti. Alziamo gli occhi verso un vorticante soffitto affrescato. Riconosciamo qualche immagine, qualche personaggio, ma per lo più il godimento che ne traiamo è estetico, non mediato dalla conoscenza del soggetto. È molto probabile che il tema trattato dall’affresco sia di origine mitologica, e precisamente che le figure che dominano maestose sulla nostra testa, siano divinità del pantheon greco-romano.

I motivi figurativi della civiltà classica sono rimasti per secoli i temi prediletti dagli artisti, almeno fino alla fine del Settecento. Conosciamo tutti i nomi delle principali divinità greco-romane, magari attribuendo loro poteri e sfere di influenza ben definita, ignorando che in realtà erano figure molto più sfumante e complesse.

Il volume edito da Einaudi alcuni anni fa, Lo specchio degli dei. La mitologia classica nell’arte rinascimentale, di Malcom Bull (2015), può essere una lettura utile se vi interessa conoscere qualcosa di più di quel soffitto che state guardando. Il testo di Bull è anche scritto magistralmente, e per essere uno studio “tecnico” scorre alla lettura che è un piacere. Il libro presenta inoltre un discreto apparato iconografico che permette di allenare la vista a riconoscere gli schemi figurativi descritti.

Non dovete pensare ai temi figurativi “classici” come ad un soggetto frivolo, di puro svago (al pari dei nostri antenati rinascimentali, come vedremo tra poco). La densità concettuale del mito è nota da secoli. Conoscerne la trama narrativa, la simbologia e, perché no, le regione recondite di tipo psicologico e antropologico (Freud qui va via come il pane), aiuta a capire non solo l’arte, ma la storia umana nel suo insieme.

Bull impiega per la sua ricerca sui temi della mitologia classica nell’arte rinascimentale fonti figurative, ma sopratutto letterarie. Affreschi, tele e tavole spesso riprendono specifiche narrazioni contenute nella poesia greca e romana. Di particolare fortuna godette il poeta latino Ovidio, noto ai nostri giorni più per vagheggiamenti di tipo erotico-sentimentale, ma anche poeta di grande importanza per le sue Metamorfosi, fonte privilegiata per la raffigurazione pittorica e scultorea del mito antico.

Il libro è diviso per capitoli che trattano specifiche divinità o figure semi-divine: Ercole, Giove, Venere, Bacco, Apollo, Diana. Secondo l’autore, i soggetti mitici in epoca rinascimentale sono diffusi, ma minoritari rispetto ad altre tematiche; diverranno dominanti nei secoli successivi al Cinquecento.

Pare che le immagini del mito che risultassero temi poco impegnativi, di svago appunto. Oppure sopperivano a quello che le immagini sacre non erano in grado di fare: rappresentavano il variegato mondo umano delle emozioni e degli atti (sempre perfettamente umani), assenti nelle scritture sacre e nei messaggi religiosi ed edificanti che queste volevano veicolare.

Come è facile immaginare, amore carnale, erotismo, bellezza, erano i principali motivi figurativi che, senza troppe remore, pittori e scultori esprimevano attraverso le innumerevoli immagini di Venere, di Bacco e Arianna, di Apollo e Diana.

Non da ultimo, il mito aveva anche una funzione celebrativa, perché veniva eseguita in onore di un potente a cui ci si riferiva esplicitamente e che spesso era il committente dell’opera.

Chi vi scrive, sostiene che il cittadino del mondo iper-tecnologico di oggi, oltre da un’accurata formazione scientifica e da una coscienza civile, possa trarre gran giovamento da un “ennesimo” recupero della classicità. Il valore dell’universo concettuale, figurativo, di suggestione estetico, che ancora emana dalla Civiltà Classica ci è necessario oggi forse come non mai.

Un recupero non pedante ed erudito, ma di puro piacere. Le lettere e le arti ingannano: giocano con l’immaginazione, ci deliziano con storie incredibili, celando nei meandri di un raffinato simbolismo molto di più di quello che mostrano apertamente. Così, mentre pensiamo solo di godere di amabili e innocui svaghi, stiamo in realtà toccando le corde vive dell’esistenza umana.

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