Servono davvero per imparare una lingua straniera?
Gli esami di certificazione e gli esami universitari servono davvero a qualcosa? È una domanda che può sembrare retorica, ma nasconde varie ambiguità. La competenza linguistica si mostra soprattutto attraverso l’efficacia comunicativa con i parlanti nativi; tuttavia la correttezza grammaticale e la capacità di articolare pensieri complessi dipendono anch’esse da una conoscenza strutturata della lingua. Questa affermazione è condivisibile, ma richiede precisazioni: conviene riflettere sui limiti dei metodi impiegati per «verificare» la conoscenza linguistica. Continua a leggere “Lo studio universitario delle lingue e le certificazioni linguistiche”
Se vi interessa lo studio delle lingue straniere, e se avete raggiunto una prima capacità comunicativa di uso indipendente in una lingua diversa dalla vostra lingua madre, avrete certamente notato un fenomeno psicologico: il tempo necessario per “il mutamento di codice”. In inglese questo fenomeno linguistico è detto code-switching. Ma c’è una cosa che non è così semplice da spiegare. Il code-switching richiede tempi diversi a seconda delle circostanze. Proviamo a fare un esempio concreto per capire meglio il concetto. L’individuo x è in grado di parlare una lingua straniera (L2) con una buona capacità comunicativa. Il passaggio dalla lingua madre (L1) alla lingua straniera (L2) non è immediato e richiede tempi diversi che possono variare in base alla condizione fisica, mentale, all’argomento di discussione (se per esempio è un settore che utilizza termini di cui x non è esperto che vanno quindi spiegati), dell’uso da parte del suo interlocutore di una variante standard della L2 oppure di forme gergali, dialettali, e così via. Tutto questo implica, come dicevamo, che i tempi di passaggio siano fluidi.