Il Budda, tra Oriente e Occidente

L’influenza delle strutture linguistiche sulla speculazione filosofica buddista

Canone buddista cineseRicordo che la prima volta che mi capitò sotto gli occhi la cosiddetta “ipotesi Sapir-Whorf” (che, semplificando, sostiene che la struttura della lingua che parliamo influenza profondamente il nostro modo di pensare e percepire il mondo) fu verso la fine degli anni Novanta, per un corso di “filosofia teoretica”. Il docente era una specie di decostruzionista-terzomondista piuttosto alternativo, e ci diede una delle più fitte ed interessanti liste di libri da studiare rispetto alla maggior parte degli altri insegnamenti universitari che ricordo allora. Quel modo di vedere contraddizione e relativismo in chiave diversa, sotto un punto di vista sostanzialmente positivo, mi stava simpatico già da allora, e penso di non averlo mai abbandonato. Va detto che mi suonava già familiare, visto l’interesse che mi portavo dietro dall’adolescenza per cose che forse non capivo perfettamente, come la spiritualità indiana, il buddismo e altre cose di quel tipo. Continua a leggere “Il Budda, tra Oriente e Occidente”

L’Uomo (reale e immaginato ) nell’era della genetica

Dalla lettura di un vecchio libro di Konrad Lorenz

Konrad LorenaSe dovessimo individuare il paradigma dominante di questo millennio a proposito della nostra auto rappresentazione, probabilmente sarebbe l’immagine dell’uomo che ci viene rappresentato dalla genetica ad occupare il primo posto. Nella pubblicistica, nelle comunicazioni di massa, nel cinema, l’uomo (e l’animale) manipolato in laboratorio dai biologi molecolari, è spesso il protagonista. Se poi all’uomo “genetico” affianchiamo l’azione della tecnologia, in particolare dell’integrazione uomo-tecnologia, ecco che avremo le principali componenti dell’immaginario contemporaneo. Ed è normale che sia così, ogni epoca vive di immaginari specifici. Continua a leggere “L’Uomo (reale e immaginato ) nell’era della genetica”

La vaghezza del significato

La precisione (o limitatezza) semantica è una caratteristica

delle lingue occidentali (indoeuropee)

kuruNon ho le pretese di “fare” linguistica in queste poche note. Questo breve testo andrà considerato più una riflessione intuitiva, basata su impressioni personali, sulle lingue e sulle loro differenze, che un testo di qualche valore scientifico. Se fossi uno studioso serio e metodico, direi che il tema di questa nota tocca la linguistica comparativa. Tuttavia, se non si ha la pazienza di riordinare le idee e studiare con metodo un oggetto di studio, uno spunto di riflessione può essere altrettanto utile. Da circa tre lustri, poco più, mi dedico allo studio delle lingue. Scopo principale è quello comunicativo, e una passione e curiosità per l’oggetto in sé. Tuttavia, complice un certo interesse anche per la linguistica, non ho potuto fare a meno di elaborare qualche teoria ingenua su alcuni aspetti del linguaggio in relazione alle diverse lingue. Continua a leggere “La vaghezza del significato”

La cittadinanza globale

Nuove utopie e biodiversità culturale per una società nuova (acquista qui)

fL’era globale è una grande promessa. Due elementi concorrono ad oscurare le potenzialità di un mondo globale: gli attriti nel panorama geopolitico tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina (con un’Europa che sta a guardare), e una globalizzazione solo economica, mal gestita dalla politica e guidata da un iperliberismo senza regole. In queste pagine si presenta l’era globale sotto un’altra luce. Anche grazie ad esempi tratti dalla storia europea e asiatica, si mostra come il processo di incontro, assimilazione e rielaborazione di culture “diverse” sia un processo storico che genera incredibile vitalità creativa nelle civiltà umane, in tutte le epoche e in tutti i continenti. Questo processo, infatti, sta alla base di molte epoche storiche di splendore e fervore intellettuale. Partendo da queste considerazioni, l’autore propone il concetto di “cittadino globale” per indicare una condizione interiore e un percorso di formazione (anche scolastico) allo stesso tempo identitario e multiculturale, capace di creare una forma mentis e un tipo di cittadino nuovo, premessa per una società più creativa e un contesto internazionale più cooperativo e meno conflittuale.

La campana del tempio

Sospensioni filosofiche nel romanzo incompiuto Denti di leone di Kawabata Yasunari

1 yASUNARINella campagna silenziosa, nei pressi di un tempio, si trova una clinica con un reparto psichiatrico e neurologico. Ad ore stabilite, ogni giorno, la campana del tempio risuona. Sono i “matti” a suonare la campana. Il personale della clinica pensa che questo rito abbia la capacità di dar sollievo ai pazienti. La giovane e bella Ineko soffre di un grave disturbo: a tratti gli oggetti e le persone di fronte a lei scompaiono. Non si tratta di un caso di cecità, ma di una vera e propria invisibilità selettiva che colpisce in particolare le persone amate da Ineko. È per questo che sua madre e il suo fidanzato, Hisano, la stanno accompagnando in questa clinica psichiatrica situata in un angolo remoto e silenzioso. Continua a leggere “La campana del tempio”

Danza della vita indistruttibile

Vite individuali e fluire vitale eterno

Anche coloro che hanno fatto del presente il proprio orizzonte unico, destinandolo ad un godimento di maniera, che hanno assimilato senza scampo la morale della finitudine e pure non si disperano, hanno elaborato nei secoli utili invenzioni concettuali per sopravvivere, pure se illusoriamente, oltre la morte. E per fare questo hanno dovuto convivere con la contraddizione, e persino renderla sistematica e dialettica.
Come di consueto, tutto inizia in Grecia. Almeno è lì che la questione che ci interessa raggiunge un grado di compiutezza dalle quali prendere le mosse. È la pratica cultuale e l’apparato mitico di una nota divinità: Dioniso. Continua a leggere “Danza della vita indistruttibile”