Lingue diverse, diversi modi di organizzare il mondo

Un confronto tra strutture delle lingue europee e il giapponese

Introduzione. Questo articolo esplora come famiglie linguistiche distinte, rappresentate dall’italiano (come esempio di lingua indoeuropea) e dal giapponese, organizzino concetti pragmatici universali quali l’espressione del consiglio, del desiderio e della necessità attraverso architetture grammaticali divergenti. Partendo da un’analisi della costruzione giapponese “-ta hō ga ii”, equivalente funzionale di espressioni come “è meglio…”, risulta chiaro come la realizzazione di significati affini avvenga non per stretta corrispondenza lessicale, ma attraverso principi sintattico-pragmatici differenti. L’analisi rivela una dicotomia tra un approccio dichiarativo ed esplicito, tipico delle lingue europee, e un approccio relazionale ed implicito, caratteristico del giapponese, suggerendo che la grammatica operi come un filtro cognitivo attivo nell’organizzazione dell’esperienza. Continua a leggere “Lingue diverse, diversi modi di organizzare il mondo”

Tensioni tra Cina e Giappone

L’Asia orientale, tra storia condivisa e tensioni del presente

La politica tende sempre a polarizzare e a generare tensioni. Per uno spazio come questo, e per la pagina social ad esso collegata che tratta temi culturali sull’Asia Orientale, non è mai ideale affrontarla in modo diretto. Tuttavia l’attualità delle tensioni tra Cina e Giappone mi spinge a condividere qualche riflessione. Mi trovo infatti nella particolare condizione di nutrire una profonda passione per entrambe le culture. I rapporti storici e culturali tra Cina e Giappone sono forse il tema che più mi affascina. Mi capita di “litigare” bonariamente con amici giapponesi lodando la Cina, così come di ricevere commenti poco lusinghieri quando con amici cinesi esprimo apprezzamento per il Giappone. Continua a leggere “Tensioni tra Cina e Giappone”

Lo “Specchio di Dioniso” in Asia Orientale

Le categorie Apollineo e Dionisiaco applicate a Buddhismo, Taoismo e Shintoismo

La famosa diade concettuale di Apollineo e Dionisiaco esposta dal filosofo Friedrich Nietzsche ne La nascita della tragedia, ha avuto nel corso del Novecento e oltre una gran fortuna nel pensiero filosofico, imponendosi come una lente potente per analizzare le tensioni alla base della cultura occidentale e arrivando a influenzare anche letteratura e arte. Il concetto di Apollineo, che trae il suo nome dalla nota divinità greca, rappresenta il principio della razionalità, dell’ordine, della distinzione dei confini individuali e del sogno controllato. L’Apollineo è contrapposto da Nietzsche al Dionisiaco, in onore all’omonimo dio del vino e dell’estasi, principio che incarna al contrario la forza primordiale dell’ebbrezza, della dissoluzione dell’io nell’indistinto, della spontaneità naturale e della frenesia orgiastica. Continua a leggere “Lo “Specchio di Dioniso” in Asia Orientale”

Il Buddhismo e l’Occidente

Storia di un tradimento o fase nuova?

L’interesse dell’Occidente per il Buddhismo è un fenomeno complesso e stratificato, il cui sviluppo abbraccia tre secoli di storia. In origine, nell’Ottocento, la dottrina del Buddha aveva attirato l’interesse di un’élite di intellettuali, alimentato dal fenomeno dell’Orientalismo, l’imitazione o rappresentazione di culture asiatiche fiorita dopo le esplorazioni coloniali, e dall’applicazione dei nuovi metodi filologici allo studio dei testi orientali. Questo approccio iniziale fu quindi prevalentemente accademico, artistico e filologico, non rispondendo ad esigenze di tipo spirituale. Continua a leggere “Il Buddhismo e l’Occidente”

Perché gli italiani amano così tanto il Giappone?

Tra influencer, semplificazioni e idealizzazioni, storia di uno strano amore

Penso che questo fenomeno sia così particolare, socialmente e mediaticamente, da risultare difficile da spiegare anche da parte degli esperti di comunicazione. Perché, già da qualche decennio, il Giappone è così di moda tra gli italiani? Sono convinto che questa popolarità non derivi solo da un mio “effetto algoritmo”. Mi occupo di questa tematica da tempo, così i social e i dispositivi che uso mi mostrano costantemente contenuti legati al Giappone. Si rischia di confondere la mia “rappresentazione algoritmica” personalizzata con la realtà. Ma in effetti, se osserviamo attentamente, la presenza di contenuti legati al Giappone è davvero enorme. La domanda iniziale non ha risposte semplici. Il legame tra italiani e il Paese del Sol Levante va spiegato non soltanto attraverso fenomeni sociali e mediatici, ma anche valutando se esista un’insospettabile affinità culturale. Ma proviamo ad affrontare questo fenomeno in modo più sistematico. Continua a leggere “Perché gli italiani amano così tanto il Giappone?”

Gli ultimi giorni di Teresa Teng

La fragilità e la normalità di una star della musica asiatica

L’8 maggio 1995 l’Asia intera fu scossa dalla scomparsa improvvisa e prematura, a soli 42 anni, della cantante cinese-taiwanese Teresa Teng, conosciuta nelle aree di lingua cinese con il suo vero nome, Dèng Lìjūn (邓丽君). Nata nel 1953 a Taiwan, Teresa Teng divenne un’icona della musica pop grazie alla sua voce delicata e al tono emotivo con cui interpretava i temi universali delle sue canzoni, tra i principali l’amore e la nostalgia. Il suo stile musicale, un pop melodico declinato in senso asiatico, era caratterizzato da una fusione tra musica tradizionale cinese e arrangiamenti occidentali. Tra le principali hit si ricordano 《月亮代表我的心》 The Moon Represents My Heart, inno romantico simbolo del suo repertorio, 《我只在乎你》 I Only Care About You, una ballata malinconica a tema amoroso, e 《甜蜜蜜》 Sweet as Honey, un motivo allegro divenuto la colonna sonora di un’epoca. Continua a leggere “Gli ultimi giorni di Teresa Teng”

Hong Kong, l’anima di una città incredibile

Tra storia, cinema e letteratura, l’essenza di una delle metropoli più straordinarie dell’Asia.

Hong KongOpera a metà strada tra diario di viaggio, saggio e opera letteraria, Hong Kong. L’anima di una città incredibile cerca di svelare l’essenza e l’identità di una delle metropoli più affascinanti dell’Asia Orientale. Dopo una breve introduzione sulla storia di Hong Kong, il libro esplora vari temi chiave: l’influenza del paesaggio urbano sulla visione della vita degli abitanti, il modo in cui vengono vissuti gli spazi sociali, la storia dello sviluppo architettonico e la dimensione linguistica, letteraria e spirituale della città. Cinema e letteratura hanno creato un immaginario collettivo della città, dipingendola ora come intima e romantica “Parigi d’Oriente”, ora come la violenta città delle Triadi. Ma soprattutto, questo libro racconta della Hong Kong autentica e genuina che si cela dietro la facciata di centro finanziario globale: la città vibrante dei mercati rionali, dei piccoli templi incastonati tra i grattacieli, dei parchi cittadini pieni di vita. Continua a leggere “Hong Kong, l’anima di una città incredibile”

I mercati di Sham Shui Po

Qualche estratto del libro (in bozza) “Hong Kong, l’anima di una città incredibile”, di prossima uscita

469748425_512796455124072_4560471979445824616_n[…] Intenzionato a scoprire la vera anima della città, imbocco Nathan Road verso nord con l’idea di percorrerla per un tratto e poi deviare verso nord-ovest, e arrivare così al distretto di Sham Shui Po. È lì che si trovano i mercati rionali più vivaci di Hong Kong, ed è lì che, a quanto pare, non troverò traccia di stranieri occidentali e di turisti. La vita vera, insomma, quella che sto cercando. Alla fine, avrò vagato per la vecchia Hong Kong per circa otto ore, e tornerò esausto al mio hotel, ma entusiasta per l’umanità riscoperta, con immagini vere e piene di vita negli occhi. Continua a leggere “I mercati di Sham Shui Po”

Dalla punta di pennello alle insegne al neon

Il fascino della scrittura: i caratteri cinesi

462576640_582797030897519_1803263300431755273_nIn ogni manuale di introduzione alla scrittura o alla grammatica delle lingue che usano i caratteri cinesi (in cinese 汉字 hànzì, in giapponese 漢字 kanji), troverete un minimo di storia di questo antichissimo metodo di scrittura, tanto complicato quanto affascinante e incredibilmente espressivo. Scoprirete che i caratteri sono gli stessi, o quasi, nelle lingue cinese e giapponese, ma con delle differenze. Nella Cina continentale negli anni ’50 sono stati introdotti i caratteri semplificati per aumentare l’alfabetizzazione: lo scopo era rendere la scrittura più semplice, riducendo il numero di tratti necessari per un carattere. Questo ha sì semplificato i caratteri tradizionali, permettendo a più persone di imparare a leggere e scrivere, ma in qualche caso ha eliminato il segno “semantico” che rendeva il carattere significativo, talvolta impoverendo il carattere che ne è risultato. Taiwan e Hong Kong hanno invece scelto di mantenere i caratteri tradizionali non semplificati. Questi caratteri sono più vicini a quelli usati nella letteratura classica. Continua a leggere “Dalla punta di pennello alle insegne al neon”

Poetesse cinesi della dinastia Tang

Il riconoscimento delle donne nella letteratura cinese

tang dinasty womanIntroduzione: scrittura e potere (maschile). Se si eccettuano quelle società di un remoto passato che su base soprattutto archeologica ipotizziamo fossero organizzate in senso “matriarcale”, per gran parte della storia umana, a tutte le latitudini e presso tutte le civiltà, la cultura dominante si è espressa attraverso gli uomini. È indubbio che i presupposti principali di questo dominio si siano innescati e abbiano continuato ad agire grazie a fatti di natura strettamente biologica della diversità di genere: vale a dire l’esercizio della forza e, in ultima analisi, della violenza, anche se solo minacciata o potenziale. Questo accade anche oggi, pure nelle cosiddette società ove vige lo stato di diritto e in seguito ai progressi e ai diritti civili conquistati dalle battaglie femministe dei decenni passati, battaglie così diverse dalle pose di maniera spesso insincere e strumentali del nostro tempo. Continua a leggere “Poetesse cinesi della dinastia Tang”

Le solitudini di Tokyo

Giovani suicidi e solitari espatriati: il lato malinconico della metropoli asiatica

Sei AshinaLo sguardo sulla città. Come ha potuto una società collettivista, dove il gruppo è più importante dell’individuo e dove le relazioni e la gerarchia sono fondamentali, diventare una società frammentata, composta da individui che corrono, indaffarati e spesso soli, come atomi isolati che roteano nel vuoto? Tokyo non è il Giappone, è un’eccezione. Come lo sono tutte le grandi metropoli. La vera vita “media”, forse, è quella dei piccoli centri, delle medie città di provincia. Ma Tokyo, in quanto eccezione, contiene ciò che è tradizionale, tipico della cultura del luogo, e allo stesso tempo ciò che se ne discosta. Dopo tre anni che trascorro qui buona parte dell’autunno, comincio lentamente e con fatica a farmi un’idea più profonda della città. Non tanto nelle sue manifestazioni esteriori e nella sua urbanistica, ma in quello che potrei chiamare “l’intima emotività” di Tokyo. Continua a leggere “Le solitudini di Tokyo”

Il Budda, tra Oriente e Occidente

L’influenza delle strutture linguistiche sulla speculazione filosofica buddista

Canone buddista cineseRicordo che la prima volta che mi capitò sotto gli occhi la cosiddetta “ipotesi Sapir-Whorf” (che, semplificando, sostiene che la struttura della lingua che parliamo influenza profondamente il nostro modo di pensare e percepire il mondo) fu verso la fine degli anni Novanta, per un corso di “filosofia teoretica”. Il docente era una specie di decostruzionista-terzomondista piuttosto alternativo, e ci diede una delle più fitte ed interessanti liste di libri da studiare rispetto alla maggior parte degli altri insegnamenti universitari che ricordo allora. Quel modo di vedere contraddizione e relativismo in chiave diversa, sotto un punto di vista sostanzialmente positivo, mi stava simpatico già da allora, e penso di non averlo mai abbandonato. Va detto che mi suonava già familiare, visto l’interesse che mi portavo dietro dall’adolescenza per cose che forse non capivo perfettamente, come la spiritualità indiana, il buddismo e altre cose di quel tipo. Continua a leggere “Il Budda, tra Oriente e Occidente”

Il fluire della storia nel destino individuale

Note su “Il cuore delle cose” di Natsume Sōseki

Letteratura giapponeseUna letteratura “facile”, che suoni sui tasti di una comprensibile emotività e che si sviluppi in una trama avvincente, non è da biasimare. Fa il piacere della lettura e, qualche volta, produce anche opere destinate a restare. Quelle che, decenni o secoli dopo, definiremo “capolavori”. Tuttavia, è esistito ed esiste anche un modo di scrivere che nasce prima della necessità di piacere a un “pubblico”, che poi sono i lettori (necessità legittima, l’ho capito anche io, finalmente). Quel tipo di letteratura era possibile solo prima che si sviluppasse il “mercato editoriale”, un meccanismo socio-economico che ha portato il libro a diventare anche, se non soprattutto, prodotto, con tutte le logiche, positive e negative, che questo mutamento ha comportato. Tutta questa premessa per dire che le opere dell’autore di cui si vuole parlare qui, Natsume Sōseki (夏目漱石 1867-1916), collocandosi proprio nell’epoca di transizione verso la modernità, godevano di una libertà oggi impossibile. O meglio, possibile, ma che relegherebbe alcuni dei suoi libri in qualche cassetto dei “non pubblicati”. Continua a leggere “Il fluire della storia nel destino individuale”

Anime, Manga e Light novel

Introduzione al Giappone Pop per profani (e “boomer”)

9788834922040_0_536_0_75Introduzione. Mi propongo di scrivere un breve testo che possa servire come introduzione alla comprensione di quello che viene definito “Giappone pop”. Se si entra in una qualsiasi libreria oggi, è possibile accorgersi che esiste almeno un angolo destinato ai famosi manga. Il “Giappone pop”, per come lo intendo qui, è in particolare rappresentato proprio da prodotti culturali come quelli citati nel titolo: anime, manga e light novel. Molte delle informazioni contenute in questo articolo potrebbero apparire scontate a chi frequenta questi temi da sempre, ma mi è sembrato indispensabile essere un po’ didascalico proprio per fornire un primo quadro di riferimento a chi, non sapendone nulla, vuole approfondire l’argomento. L’etichetta del sottotitolo “per profani (e “boomer”)” è scherzosa e seria allo stesso tempo. La mia generazione (ero bambino negli anni Ottanta) ha fatto in tempo a venire in contatto con la fase pionieristica di questo fenomeno prima che divenisse un fenomeno globale. Gli anime storici di quegli anni sono spesso oggetto di meme e ironie goliardiche, visti non senza una certa amara nostalgia per un’infanzia e una giovinezza ormai volate via da tempo. Ma ai più, la fase recente di questo fenomeno, a partire dai tardi anni Novanta in poi, sfugge del tutto. Continua a leggere “Anime, Manga e Light novel”

Ame-no-Uzume, la sfacciata che balla nuda

Note sparse sul “Kojiki”, antico testo della letteratura giapponese

Kojiki_ShinpukujiUna graziosa giovane ragazza danza in modo scomposto e ridicolo davanti a una grotta. Un capannello di persone si raduna; divertiti, tutti la osservano. Lei pare in estasi, esibisce espressioni di follia e piacere allo stesso tempo, ride e si lamenta. Poi si denuda, prima mostrando solamente il piccolo e sodo seno e poi rilevando tutto il suo corpo in tutta la sua splendente nudità. Il capannello di persone continua a ridere. Tutti sono presi da una strana ilarità, la indicano, si tengono la pancia dal ridere. Ci siamo dimenticati di dire una cosa. L’avvenente ragazza ha uno specchio in mano rivolto verso l’interno della grotta. Il suo scopo è incuriosire un’altra donna che, scandalizzata dal comportamento insolente del fratello, si è rifugiata là dentro. Un semplice capriccio da signore viziate, se non fosse che quella là dentro e Amaterasu, dea del sole, e che la sua scomparsa ha determinato il buio universale. Hai detto niente. E anche la nostra selvaggia danzatrice, là fuori è una dea: Ame-no-Uzume. Cose che accadono tra gli dei. Pare di stare a un festino, e sono in ballo i destini universali. Continua a leggere “Ame-no-Uzume, la sfacciata che balla nuda”

Draghi, grattacieli e fiori di ciliegio

Passeggiate sentimentali tra Giappone, Cina e Corea: letteratura e cultura pop

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Gli scritti che compongono questo agile libro testimoniano il grande amore dell’autore per l’Oriente. L’Asia orientale, tra Giappone, Cina e Corea, è infatti l’universo immaginativo in cui l’autore si immerge da anni. Un legame più passionale che accademico. Questo libro è un viaggio tra le pagine di altri libri, tra fotogrammi di film, tra sogni e suggestioni. Dai grandi autori della letteratura cinese ai romanzi contemporanei che hanno cambiato il volto della narrativa giapponese degli ultimi anni (Banana Yoshimoto, Sayaka Murata, Mieko Kawakami). Passando per i fenomeni sociologici dell’Asia “pop”, come il concetto di kawaii (carino, grazioso) e la cultura otaku, il Giappone delle dame nella cultura di corte, l’Asia vista attraverso i videogames e il cinema di arti marziali. Un’attenzione particolare è riservata alle figure femminili – autrici e personaggi – nella letteratura giapponese, cinese e coreana, così come ai personaggi “maledetti”, alienati e ribelli. Continua a leggere “Draghi, grattacieli e fiori di ciliegio”

Warriors in Ancient China

A few words on the Wǔxiá genre

Wan li xiong feng (1971)The literary and movie genre known as “swashbuckler” (in Italian we call it “cappa e spada”), never goes out of fashion. Salient features of the genre are undoubtedly the presence of heroes who act inspired by chivalric values, coming to the aid of the weak, the historical setting, mostly medieval times, and the essential element of sword fighting and generally emphasizing the warrior characteristics of the protagonist. As I have mentioned other times in these articles, this is genre literature (and cinema). Genre literature is specially created with recurring elements that characterize it and contribute to its specific language and atmosphere. Traditionally, it is considered “popular” literature in the sense that it does not have great artistic pretensions, but aims more at entertainment. Several times I have challenged this definition, since genre literature has often produced masterpieces. The same argument applies to cinema. It is good to know that the “swashbuckler” genre also has its counterpart in the Asian sphere, particularly in Chinese lands: the wǔxiá (武侠), a genre featuring martial arts warriors in stories set in traditional China. To give an example known to all, Crouching Tiger, Hidden Dragon of 2000 directed by Ang Lee can be considered of the wǔxiá genre. Incidentally, it seems that the genre, which was born in the 20th century, is actually firmly rooted in and harkens back to precedents in classical Chinese literature. Continua a leggere “Warriors in Ancient China”

“Kawaii!”

Sociology of “kawaii”: from Japan to the world

Hello KittyThe meaning of the word and the characters of “kawaii.” The “Japan mania” of recent years, conveyed mainly by pop culture products such as anime and manga, has made certain terms such as the one we discuss here familiar: “kawaii.” I will devote a few lines to somewhat scholastic but necessary definitions to understand what we are talking about, and then move on to a freer approach in investigating this phenomenon. This approach would like to be inspired by contamination between disciplines and, above all, characterized by a freedom to follow all cues for interpretation without fear of saying something unscholarly. The word “kawaii” is translatable as Italian for “cute,” but there is a nuance in the original Japanese word that is somehow lost in its rendering in a different language. Indeed, a word is also anchored in the social context in which it was born, and the loss of these ties, which also has semantic implications, brings a certain degree of emptying. We will try to identify the characteristics of “kawaii” later; here we content ourselves with defining the word in general. Thus, the adjective “kawaii” describes that which is “cute,” “adorable.” But it has a feminine undertone. In fact, a girl is “kawaii,” but a boy is not, another adjective is used (unless we want to give a particular connotation to our comment). The use of the term is also more frequently employed by female subjects. Continua a leggere ““Kawaii!””

Oriente immaginato, Oriente sognato

Cina e Giappone nell’immaginario occidentale attraverso la cultura pop, il cinema e i videogames negli ultimi decenni del XX secolo

uta_Bad_Dudes_vs_Dragon_Ninja_1988_ERBE_Software_5638_screenshoIntroduzione. La seconda parte del XX secolo, dal secondo dopoguerra in poi, ha visto un progressivo espandersi della mobilità internazionale. In seguito al processo di integrazione economica e socio-culturale che dagli anni Novanta abbiamo cominciato a definire più precisamente come globalizzazione, il mondo si è sempre più rimpicciolito. Il trattato di Schengen e i voli low cost, oltre tutto, hanno reso l’Europa uno spazio unico anche dal punto di vista del turismo. Già la mia generazione che ha vissuto l’infanzia negli anni Ottanta, stenta a ricordare un’Europa di frontiere e passaporti. Tuttavia, malgrado il rimpicciolimento del mondo, la fascinazione di terre lontane rimane. Il turismo di massa non ha fatto che confermare, a seconda delle mode e dei momenti, l’attrazione per quelle terre che incuriosiscono, attraggono, paiono esotiche. Occorre però sempre tenere presente che la categoria di “esotismo” è determinata dal punto di vista, e che qui partiamo dalla visione europea del mondo. Continua a leggere “Oriente immaginato, Oriente sognato”

Streghe giapponesi

Donne e forza primordiale (note disordinate su Maschera di donna di Enchi Fumiko)

Enchi Fumiko, Maschera di donnaVoglio parlare di un libro, senza parlare del libro. Odio le recensioni banali, e amo le recensioni utili (quelle scolastiche, da manuale, precise, documentatissime, piene di note e di bibliografia). Le vie di mezzo sono un esercizio retorico di dubbia utilità. Voglio parlare di un libro, anzi di quello che ci sta dentro, senza faticare a riassumere una trama. Fatevelo voi. Leggetevelo. Il libro è il breve romanzo della scrittrice Enchi Fumiko (che gli dei la benedicano), intitolato Maschera di donna (Onna-men 女面). Parla di donne. Anzi di femmine. Di fascinazione, inganno, forza primordiale, di follia, di soprannaturale. Tutto ha un vago sapore di stregoneria, anche se quel termine è fuori contesto, è troppo europeo, e poi cela in sé una certa condanna morale che, se c’è, è piuttosto approvazione dell’autrice. Gli uomini, in Maschera di donna, vengono truffati, e paiono meritarselo, raggirati, usati nel loro punto debole: l’attrazione per il corpo femminile. Il più grande e dolce inganno architettato dall’evoluzione ai danni dell’uomo. Continua a leggere “Streghe giapponesi”